Tag: cavità artificiali

 

Al via il progetto di studio sulle gallerie delle Terme di Porretta

Porretta è una rinomata località termale nell’alto Appennino Bolognese, a una distanza di 60 km dal capoluogo emiliano e a 40 da Pistoia. Collocata sulla sponda sinistra del Reno, a una quota di 350 m slm, è attraversata da un cospicuo corso d’acqua, il Rio Maggiore. La frequentazione delle terme si deve fare risalire almeno all’età romana, stando alle testimonianze archeologiche emerse in vari tempi, la più significativa delle quali è rappresentata dal mascherone in marmo (databile al I sec. d.C.) che ne è diventato il simbolo ufficiale. Non si può peraltro escluderne l’utilizzo nel precedente periodo etrusco, essendo la valle del Reno la principale via di transito fra l’Etruria tirrenica e quella padana.

La galleria sotterranea che collega gli stabilimenti della Porretta Vecchia e della Puzzola

Le acque termali sgorgano in più punti del territorio e possiedono caratteristiche chimico-fisiche differenti: tale diversità e peculiarità è alla base di quell’ampio spettro di applicazioni in campo medico e curativo che, nel corso dei secoli, ha reso famosa Porretta nel panorama del termalismo italiano.

Si distinguono pertanto due principali zone sorgentizie: le Terme Alte e quelle Basse. Le prime sono situate nel punto più elevato dell’abitato, suddivise nelle fonti del Leone e Bovi in sinistra del Rio Maggiore e in quelle Donzelle, Reale, Marte e Tromba sulla sua destra idrografica. Le Terme Basse sono poste a circa 1 km in linea d’aria verso SE rispetto alle precedenti e sono distinte in Porretta Vecchia, Porretta Nuova e Puzzola.

Fra fine Ottocento e inizi Novecento sono state realizzate due gallerie, di varia lunghezza, che hanno intercettato acque termali: la prima collega Porretta Vecchia e Puzzola e al suo interno sgorga la principale sorgente della Porretta Nuova, la seconda riguarda la fonte delle Donzelle. In questo quadro – e visti gli studi già compiuti dal nostro Gruppo speleologico sulle strutture idrauliche sotterranee bolognesi, come l’Acquedotto Romano e le altre opere di captazione tardo medievali e rinascimentali – si è sviluppata questa nuova collaborazione con la Società di gestione delle Terme di Porretta.

Infatti, tra le altre prescrizioni contenute nella concessione mineraria, viene posta attenzione all’aspetto ambientale, con particolare riferimento alle garanzie del buon uso della risorsa mineraria, delle sorgenti, delle pertinenze minerarie ed al rispetto delle disciplina relativa alla corretta gestione degli emungimenti. Tra le operazioni necessarie a tale corretta utilizzazione rientrano anche gli approfondimenti tesi ad una sempre maggiore conoscenza scientifica del circuito idrotermale.

La sorgente Porretta Nuova, che sgorga all’interno della galleria

Pertanto la convenzione fra GSB-USB e Terme di Porretta si pone l’obiettivo di approfondire gli studi esistenti sul termalismo porrettano, con particolare riguardo alle gallerie artificiali della Porretta Vecchia e delle Donzelle, per dare un quadro conoscitivo ancor più preciso dell’andamento dell’intero giacimento; si tratta infatti di una tipologia di cavità di alto interesse scientifico e sicuramente singolare, in quanto nel panorama nazionale non sono attualmente note o descritte situazioni analoghe.

Ciò consentirà di acquisire ed elaborare ulteriori dati, così da meglio definire gli aspetti geologici e mineralogici delle rocce dalle quali scaturiscono le acque salsobromoiodiche e solfuree, coinvolgendo Istituzioni del settore con specifiche esperienze in campo speleologico, geologico, mineralogico e topografico per avere un supporto tecnico-scientifico in materia di studio di cavità ipogee artificiali.

In particolare l’intervento si articolerà nei seguenti punti:

  • Indagine dei manufatti tramite un rilievo topografico di dettaglio, teso ad individuarne l’esatto andamento in pianta;
  • Georeferenziazione sulla cartografia ufficiale della Regione Emilia Romagna o sulle mappe catastali delle gallerie;
  • Rilievo geologico per le porzioni di cunicolo che sono prive di centina e si mostrano in roccia viva;
  • Localizzazione dei diversi punti sorgentizi, ciascuno dei quali possiede differenti caratteristiche fisiche ed idrochimiche;
  • Studio dei depositi chimici e concrezionari che si rinvengono in più punti delle gallerie con la collaborazione del prof. Paolo Forti, dell’Istituto Italiano di Speleologia dell’Università di Bologna;
  • Esecuzione di un’apposita documentazione video e fotografica, da affiancare ad una ricerca storico-archivistica, tesa a recuperare eventuali documenti sulla realizzazione dei manufatti (come vecchie piante, progetti, ecc.).L’intero progetto, che si svolge con la supervisione del direttore minerario delle Terme, dott. Stefano Vannini, vedrà anche momenti di approfondimento e divulgazione delle conoscenze acquisite, tramite futuri incontri tematici.

Danilo Demaria

Verso Hypogea2017 (Cappadocia, Turchia)

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HYPOGEA2015

Si è svolto a Roma dall’11 al 17 marzo 2015 il Congresso Internazionale di speleologia in cavità artificiali “Hypogea 2015”, organizzato da Hypogea (Federazione dei Gruppi speleologici del Lazio per la ricerca e valorizzazione delle cavità artificiali), sotto l’egida della International Union of Speleology e della Società Speleologica Italiana. Il simposio ha ottenuto il patrocinio del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) e del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Hanno preso parte al congresso circa 150 studiosi provenienti da 14 nazioni (Armenia, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Inghilterra, Italia, Israele, Russia Svizzera, Stati Uniti e Turchia) che si sono confrontati su tematiche relative allo studio e censimento delle antiche opere idrauliche e di culto, all’utilizzo di nuove tecnologie impiegate nella esplorazione e nel rilievo topografico delle cavità artificiali, all’analisi di particolari speleotemi presenti nelle strutture sotterranee di origine antropica, a ricerche e ri-esplorazioni in opere minerarie (con particolare attenzione al rischio esplorativo), alle esplorazioni speleo-subacquee in cavità artificiali. Il confronto delle tipologie di cavità artificiali presenti nei vari paesi, la loro schedatura e codifica, e la definizione di simboli condivisi a livello internazionale per la rappresentazione degli elementi tipici delle cavità artificiali, sono stati oggetto di specifica analisi nel corso delle giornate congressuali.

La città di Roma ha ospitato per la prima volta un appuntamento speleologico scientifico di tale rilevanza. Le sessioni congressuali si sono svolte presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nella sala Guglielmo Marconi, sottolineando come la speleologia in cavità artificiali comporti sia preparazione tecnica per affrontare le fasi esplorative sia, soprattutto, precise competenze per lo studio di tali strutture. L’importanza dell’evento è evidenziata anche dalle 550 pagine del volume degli atti (a cura di Mario Parise, Carla Galeazzi, Roberto Bixio e Carlo Germani), dai 37 poster esposti e discussi e dalle 36 relazioni presentate.

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Atti Congresso Hypogea2015. Per informazioni http://hypogea2015.hypogea.it

 

L’intero congresso si è tenuto in lingua inglese, al pari degli atti e delle relazioni poster. Anche le visite guidate sono state accompagnate da guide multingue in italiano, inglese, tedesco e russo.

A chiusura delle tre giornate congressuali, si è poi svolta la tavola rotonda “Mundus subterraneus”, nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, accogliendo numerose personalità che hanno accettato di confrontarsi con gli speleologi sulle tematiche della ricerca, tutela, protezione, rischio, valorizzazione e documentazione delle cavità artificiali. La tavola rotonda, indirizzata al pubblico italiano, si è avvalsa dei principali risultati derivanti dalle presentazioni e discussioni del congresso internazionale.

A corredo delle sessioni di studio si sono svolte visite ad ipogei particolarmente significativi di Roma e tre escursioni post-congressuali che hanno permesso ai partecipanti di “viaggiare” in un arco temporale di 23 secoli (dal VI secolo a.C. al XVII d.C.) ripercorrendo emissari arcaici, mitrei, antichi acquedotti, cave e domus di epoca romana, ninfei e celle dell’Inquisizione.

Il congresso ha segnato un punto decisivo nella condivisione delle esperienze di ricerca e studio in campo internazionale dopo tanti anni di assenza di appuntamenti dedicati specificamente alle cavità artificiali. I prossimi appuntamenti per gli interessati in cavità artificiali, organizzati dalla Commission on Artificial Cavities della International Union of Speleology, si svolgeranno nel 2016 con un meeting della commissione (luogo in via di definizione) e con un congresso internazionale nel 2017 in Turchia.

Carla Galeazzi e Mario Parise

Hypogea2017

Presentazione del progetto UMBRIA UNDERGROUND

Umbria Underground

Giovedì 11 a Massa Martana (Perugia) si svolgerà la presentazione ufficiale del Progetto Umbria Underground.

E’ questo il primo risultato della collaborazione tra alcune realtà associative della Regione Umbria che hanno fatto la storia della esplorazione e valorizzazione del sottosuolo umbro.

Todi Sotterranea, Narni Sotterranea e Orvieto Underground hanno accolto l’invito della Regione Umbria a costruire un progetto di valorizzazione turistica e culturale che possa rappresentare una innovativa e probabilmente inedita idea di promozione del territorio.

Per informazioni: info@narnisotterranea.it

PROGRAMMA MASSA MARTANA 11 DICEMBRE 2014

 

Emissario Albano: gli speleo subacquei raccontanto

Conferenza 3 dicembre 2014

Mercoledì 3 dicembre alle ore 20, a Roma presso ACQUAZZURRA, in Via Tuscolana 626, Mario Mazzoli (Direttore Generale ASSO) parlerà dell’esplorazione subacquea dell’antico Emissario sotterraneo e sommerso del Lago di Albano.

L’esplorazione, che rientra nell’ambito del Progetto Albanus, è condotta dai tecnici e ricercatori di HYPOGEA, Federazione dei gruppi speleologici del Lazio per le cavità artificiali, della quale fanno parte i gruppi ASSO, EGERIA CENTRO RICERCHE SOTTERRANEE e ROMA SOTTERRANEA.

 

HYPOGEA2015 INTERNATIONAL CONGRESS

http://hypogea2015.hypogea.itLOGO 1 copia

For the first time Rome (March, 11/17 2015) is playing host to a speleological event of international significance. A city that has the great fortune to possess a huge underground heritage of beauty that must be, in the same way as  its worldwide famous monuments, known, preserved and exploited. The International Congress is organized by Hypogea, Federation of Speleological Groups for the artificial cavities, which includes the following three associations: ASSO, Egeria Underground Research Centre and Roma Sotterranea.

The main object of the Congress is to exchange the experience acquired nationally and internationally in the speleological and speleo-underwater research field in artificial hypogeums (works of anthropogenic origin and of archaeological-historical interest), the promotion of the underground historical and cultural heritage, its safeguard and exploitation.

Before the congress there will be a Round Table between Speleologists and Organisations in charge for the environmental, historic and cultural heritage in Italy to discuss the standards, valorisation and risks in artificial cavities.

Visits to undergrounds of speleological interest in the region of Lazio will be arranged after the Congress (personal equipment required). The proceedings will be published as addendum to Opera Ipogea – Journal of Speleology in Artificial Cavities (Italian Speleological Society, ISSN1970-9692.

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HYPOGEA2015

 International Congress of Speleology in Artificial Cavities

HYPOGEA2015

Italy, Rome March 11/17, 2015

 Official website: http://hypogea2015.hypogea.it

 

Acquedotto Claudio. Foto Antonio De Paolis.

Underground World of Archaeological and Anthropological interest

Artificial Cavities/Underground Cities and Cliff-Dwellings/

Archaeological Hypogea/Caves of Anthropic Use

Underground Hydraulic Structures of Ancient World/Research Practices and Documentation

The main object of congress is to exchange the experience acquired at the international and national level in the field of speleological and speleo-underwater research in artificial hypogea (works of anthropogenic origin and of archaeological-historical interest), the promotion of the underground historical and cultural heritage, its safeguard and exploitation.

The INTERNATIONAL THEMATIC SESSIONS, which are the main topic of the congress, will deal with the speleological studies undertaken in the international field during the course of shared archaeological missions (Archaeology), the definition of  international standards thanks to the adoption of cartographic symbols (Cartography), the adoption of a sharable world web site (UIS) connected to the “Register of Artificial Cavities” and the comparison between typologies of artificial cavities which have been extensively studied (Typology). The sessions will also provide the possibility of an initial analysis of the legislation presently active in different countries (Legislation) and of enlarging at an international level important Italian projects on artificial cavities, such as the Map of Ancient Aqueducts (Documentation).

Before the congress, there will be a Round Table between Speleologists, experts and Organisations responsible for the environment, history and cultural heritage in Italy to discuss the standards, valorisation and risks of artificial cavities. For example damage, pollution and the presence of illegal activities; systematic control of the combined historical, cultural and archaeological factors in view of knowledge and protection; underground itineraries for tourists; analysis of the condition of the art treasures through an initial census of the Italian and European underground structures of touristic interest; analysis of the implications on jobs and eventual permissions of exploitation of the artificial cavities, due to their cultural and historical importance.

During the Congress, GUIDED TOURS to hypogea and archaeological sites of special interest in Rome will be organised. EXCURSIONS will be organised after the Congress. Exposition areas will be open in the Congress hall. Information concerning the underground archaeological sites of Rome open to the public will be available at the front-desk. Visits of undergrounds of speleological interest in the region of Latium and Umbria will be arranged after the Congress (personal equipment is required).

 Scientific Committee

Kyung Sik WOO – Republic of Korea (President UIS)

George VENI – USA (Vice President UIS)

Fadi NADER – Lebanon (Secretary General UIS)

Mario PARISE – Italy (President Artificial Cavities Commission UIS)

Mladen GARAŠIČ – Croatia (Working Group UIS: Caver’s Multi-Lingual Dictionary)

Philipp HÄUSELMANN – Switzerland (Working Group UIS: Survey and Mapping)

Boaz ZISSU – Israel (Member of Artificial Cavities Commission UIS)

Michele BETTI – Italy (President Artificial Cavities Commission of the Italian Speleological Society).

Roberto BIXIO – Italy (Artificial Cavities Commission UIS)

Vittoria CALOI – Italy (CNR, Centro Ricerche Sotterranee Egeria)

Sossio DEL PRETE – Italy (Editor of Opera Ipogea – Journal of Speleology in Artificial Cavities)

Andrea DE PASCALE – Italy (Archeologist, Curator Archeological Museum of Finale – Artificial Cavities Commission SSI)

Carla GALEAZZI Italy (Member Artificial Cavities Commission UISCentro Ricerche Sotterranee Egeria)

Mario MAZZOLI – Italy (General Manager A.S.S.O.)

Adriano MORABITO – Italy (President of Roma Sotterranea)

Roberto NINI – Italy (Archeologist, Utec/Subterranea)

Simone SANTUCCI – Italy (Roma Sotterranea)

Stefano SAJ – Italy (Architect, Centro Studi Sotterranei)

Cristiano RANIERI – Italy (Archeologist, Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio)

 

Organizing Committee

A.S.S.O – EGERIA CENTRO RICERCHE SOTTERRANEE – ROMA SOTTERRANEA

Carla Galeazzi (Presidente, EGERIA Centro Ricerche Sotterranee)

Vittorio Colombo (Roma Sotterranea)

Massimo D’Alessandro (A.S.S.O.)

Sandro Galeazzi (EGERIA Centro Ricerche Sotterranee)

Carlo Germani (EGERIA Centro Ricerche Sotterranee)

Luigi Manna (Gruppo Speleologico Cudinipuli)

Maria Teresa Pilloni (A.S.S.O.)

Elena Silvestro (Roma Sotterranea)

Marco Vitelli (A.S.S.O.)

Elena Volpini (Roma Sotterranea)

Proceedings

The proceedings will be published as addendum to the journal Opera Ipogea – Journal of Speleology in Artificial Cavities, (Italian Speleological Society, ISSN 1970-9692, http://www.operaipogea.it).

Contacts

To submit contributions:    contributions2015@gmail.com

SPONSOR:  UIS  International Union of Speleology – SSI Società Speleologica Italiana

SPONSOR TECNICI: 

Associazione Culturale Subterranea

Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio

Gruppo Storico Romano

MEDIA PARTNERS:

Associazione Scintilena – Notiziario di Speleologia http://www.scintilena.com/

Rome Insider http://www.romeinsider.it/

Registration

The Discounted Fee Due By: September 30th, 2014

Registration Closing Date: March 1st, 2015

 

Mondo di Pietra: si riapre il “caso” Briaglia. Un progetto multidisciplinare torna ad indagare il sottosuolo cuneese.

Una necropoli di 4000 anni fa scoperta nei pressi di Briaglia” (Secolo XIX); “Riaffiora una necropoli megalitica” (L’Avvenire); “Sensazionale a Briaglia: scoperti i resti di una necropoli ligure di circa quattromila anni fa” (Gazzetta di Mondovì); “Rinvenuti sulle alture del monregalese dolmen, menhir e statue stele” (Gazzetta di Cuneo). Questi i titoli di alcuni giornali dei primi anni del 1970  relativi a presunti ritrovamenti avvenuti nel territorio di un piccolo comune in provincia di Cuneo sulle colline del monregalese: Briaglia.

Da una pubblicazione del 1972: “Dopo tre anni di studi, D’Aquino ed i suoi collaboratori hanno ritrovato i resti di un popolo di cui sino ad ora non si sapeva nulla. Lo studioso ritiene che questi monumenti megalitici siano stati innalzati dalla tribù dei Liguri Bagienni. (omissis) Il dolmen che ho potuto visitare  è formato da un lungo corridoio, su cui si aprono un pozzo ed una nicchia, e dalla camera mortuaria. Il tutto scavato artificialmente in un materiale simile al tufo e dipinto in ocra rossa. Il tempo ha ricoperto le pareti con uno spesso strato di incrostazioni calcaree e solo in alcuni punti è possibile vedere la trasudazione dell’ocra. A sinistra dell’ingresso e, come ho detto all’interno, vi sono due pozzi molto profondi. La loro specifica funzione è ancora un mistero, si pensa che possano mettere in comunicazione con un’altra camera mortuaria ad un piano inferiore”  (R. D’Amico, “Clypeus”, anno IX n.1 aprile 1972, pagg. 20-21).

In Piemonte vi sono alcuni reperti attribuibili alla cultura megalitica, ma un vero insediamento con necropoli e tombe a camere poteva essere veramente un ritrovamento unico. Archeologia o fantastoria? La ricerca dell’epoca nasceva spinta solo dalla passione di un professore casalese, il prof. Ettore Janigro D’Aquino, lontana dal mondo accademico e senza interessi economici, mossa solo dalla passione e dall’intuizione del ricercatore.

Il professor D’Aquino pubblicò numerosi articoli sulle sue scoperte segnalando, oltre al ritrovamento di numerose pietre, anche quello di alcuni ipogei che lui indicava come “dolmen”. In particolare, lungo la strada che da Briaglia scende ai laghetti, se ne troverebbero due. Uno si trova in località Casnea, con ingresso ad architrave a cui segue un corridoio e due camere, quello richiamato nell’articolo riportato. Qui individuava pitture in ocra rossa e gialla, nonché una pietra circolare con incisa un’arma. Nel 1972 un laureando in ingegneria presso il politecnico di Torino scrisse la sua tesi applicando metodi geoelettrici alla ricerca di cavità sotterranee proprio nel territorio di Briaglia: la sua analisi evidenziò altri cunicoli, stanze e pozzi. Questa tesi oggi è stata ritrovata ed è soggetta ad attenta verifica.

E. Janigro D’Aquino si trasferì a Briaglia riuscendo, con il suo entusiasmo, a coinvolgere tutto il paese. Ricerche e lavori di scavo proseguirono fino all’inizio degli anni Ottanta quando il comune, dopo aver raccolto un notevole numero di presunte stele, dee madri, antropomorfi, zoomorfi e menhir, chiese un parere definitivo alla Soprintendenza.

La risposta della Soprintendenza Archeologica per il Piemonte di Torino, del 21 ottobre 1981, fu però una doccia fredda: “Si porta a conoscenza di codesta amministrazione che la scrivente effettuò tempo addietro un sopralluogo, unitamente al Prof. Carducci, nella località in oggetto, al fine di verificare la natura e l’entità del fenomeno segnalato a questo ufficio quale “complessa manifestazione di megalitismo”. Nel corso del sopralluogo si appurò trattarsi di materiali che non rivestono interesse archeologico, il cui aspetto, talvolta vagamente antropomorfo o zoomorfo, è legato a fenomeni di erosione di origine naturale; se ne consigliò pertanto fino da allora un utilizzo che li riportasse ad una dimensione naturalistico-ambientale, per esempio in un parco pubblico, soluzione ritenuta tuttora valida ed opportuna”.

Lo scalpore iniziale andò scemando, l’interesse mediatico si spense, molte pietre andarono perse, gli ipogei dimenticati ed il professore deluso si defilò da Briaglia con il suo sogno che lo accompagnò fino alla morte avvenuta nel 2005. Sono ormai passati quarant’anni dal clamore dei presunti megaliti briagliesi, al momento attuale ancora storicamente poco sostenibili. Quelle antiche pietre, e quei singolari “crotin” (cantine), oltre ad essere caduti nell’oblio, costituiscono anche per i briagliesi, un ricordo oramai lontano, una “vecchia storia” consumata dal tempo e da una non bella diatriba.

In base a questa premessa, e sulla scorta delle passate ricerche, la giunta comunale di Briaglia ha avviato, con una équipe di associazioni di volontariato culturale, un nuova iniziativa dalle caratteristiche storico-turistiche legate ad un vasto progetto di più ampio respiro dal singolare nome “Mondo di Pietra”.

Il comune briagliese, grazie ad un contributo di una fondazione bancaria, in collaborazione con gli speleologi del “Mus Muris” di Torino, l’associazione Nazionale degli Ingegneri Minerari, il Museo Geologico Sperimentale di Giaveno, il Gruppo Culturale “Filosofare” e la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, ha riaperto ufficialmente il “caso-Briaglia”.

L’equipe, formata da ricercatori di varia formazione facenti riferimento al dott. Fabrizio Milla, attraverso un progetto redatto il 13 dicembre 2011, si è data come obiettivo primario lo studio ed il recupero del crotin della Casnea, la cavità artificiale già censita nel catasto CA nell’ottobre del 2004 con il numero CA7036 Pi/CN, il piccolo ma suggestivo ipogeo a corridoio interamente artificiale con uno sviluppo di 15 metri, con due camere ed un pozzo interno, scavato in arenarie compatte e riccamente concrezionato.

I lavori hanno avuto inizio il 9 giugno del 2012 e dalle ricerche multidisciplinari condotte nel sito della Casnea sono emersi una considerevole mole di dati che sono stati presentati nel mese di maggio 2013 in due conferenze presso i locali della Confraternita di San Giovanni in Briaglia S.Croce, dal titolo: “L’Ipogeo della Casnea” Sulla via del recupero e “Solis Invictvs” Luce e tenebre nell’ipogeo della Casnea.

Prossimamente, al termine dello studio dei ritrovamenti avuti all’interno dell’ipogeo da parte della Soprintendenza, è in programma un terzo incontro dal titolo “L’Ipogeo della Casnea” Un confronto tra Speleologia e Archeologia.

Al momento, oltre all’impegnativo lavoro che ha portato al recupero della grotta, l’aspetto più eclatante deriva da un riscontro archeoastronomico che riguarda un fenomeno luminoso che si verifica al suo interno in concomitanza con il solstizio d’inverno: spettacolare e ancora in fase di studio ma che lascia poco spazio alla casualità del suo verificarsi. Il fenomeno è sovrapponibile a quello ampiamente documentato di Newgrange in Irlanda e di alcuni dolmen in Bretagna, prestandosi a suggestive ipotesi sull’origine e sull’uso dell’ipogeo che attendono di essere avvalorate dall’indagine archeologica e dal completamento del progetto che contempla anche l’individuazione e lo studio di altri ambienti sotterranei.

Di Fabrizio Milla (Associazione Mus Muris Torino)

Invito alla presentazione del volume “Gli Acquedotti di Praeneste”

Invito presentazione Acquedotti Praeneste

Per dettagli sulla pubblicazione, supplemento ad Opera Ipogea 1/2013, vedi http://www.operaipogea.it/?cat=61

Cappadocia: nuova missione del Centro Studi Sotterranei e UniTuscia

E’  in corso in Cappadocia la seconda missione del Centro Studi Sotterranei di Genova condotta in collaborazione con l’Università della Tuscia. La spedizione, iniziata l’11 settembre, durerà sino al 30.

Il survey, che comprende anche lo studio delle antiche opere idrauliche, si colloca nell’ambito di un progetto pluriennale per lo studio del contesto urbano ipogeo delle chiese rupestri in corso di restauro.

Il progetto è autorizzato dal Ministero della Cultura Turco.

Il Centro Studi Sotterranei di Genova, grazie agli innumerevoli studi speleo-archeologici condotti in Turchia nel corso degli ultimi venti anni, si conferma come preciso punto di riferimento per chiunque sia interessato alla conoscenza del paesaggio antropico ipogeo dell’area.

 

Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano dall’estrazione all’uso

Faenza (RA) – Un convegno internazionale mette a confronto per la prima volta in Italia esperti di lapis specularis, il vetro di pietra (o pietra di luna) degli antichi romani

giovedì 26 e venerdì 27 settembre 2013, dalle ore 9
al Museo Civico di Scienze Naturali “Malmerendi”
Via Medaglie d’Oro n. 51
Faenza (RA)
Ingresso libero – Info 0546.662425 – 338.1600208

Diafano come il ghiaccio, trasparente come l’aria più pura, lapis duritia marmoris,  candidus atque translucens, per usare le parole di Plinio nella Naturalis Historia, il lapis specularis è un minerale affascinante. Derivato del gesso, ha la caratteristica di sfogliarsi in strati abbastanza sottili da far passare la luce, presentando quindi le stesse peculiarità del vetro.
I Romani ne facevano ampio uso e passeggiando per Ercolano o Pompei è ancora possibile vedere alcune finestre chiuse da lastre di questa pietra. Sempre nella Naturalis Historia (XXXVI, 160- 161), Plinio indica le principali cave di lapis nel bacino del Mediterraneo: Turchia, Tunisia, Cipro, Italia -vicino a Bologna e in Sicilia- e Spagna, in particolare la Spagna Citerior, nell’area che circonda la città di Segóbriga.
Non è dunque per scarso utilizzo quanto piuttosto per mancanza di considerazione da parte del mondo scientifico se questa pietra è poco o nulla conosciuta in Italia.
Il convegno internazionale “Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano dall’estrazione all’uso”, in assoluto il primo in Italia su questo argomento, vuole colmare questa lacuna.
Organizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, il convegno si terrà il 26 al 27 settembre nel Museo Civico di Scienze Naturali “Malmerendi” di Faenza (RA) e riunirà archeologi, speleologi, storici e geologi, avvalendosi della partecipazione degli archeologi spagnoli del progetto “Cienmil pasos alrededor de Segóbriga“ che illustreranno la decennale esperienza maturata nelle cave di lapis della zona vicino a Segóbriga, non lontano da Madrid.
Al termine del convegno, sarà inaugurata (ore 18.30) nel Centro “M. Guaducci” di Zattaglia in Via Provinciale, località Zattaglia, a Brisighella (RA), la mostra “Il vetro di pietra. Il lapis specularis nel mondo romano: dall’estrazione all’uso” (27 settembre – 15 dicembre), con una ricostruzione storica a cura dell’Equipo Lapis Specularis, sulla lavorazione del lapis in età romana.
L’esposizione sarà incentrata sui materiali archeologici di epoca romana rinvenuti all’interno della Grotta della Lucerna e durante lo scavo dell’edificio romano di Ca’ Carnè, nel Parco della Vena del Gesso Romagnola, a cui si aggiungono i reperti recuperati nel corso di ricerche di superficie o di scoperte occasionali nel territorio del parco. La mostra sarà integrata dalle ricostruzioni didattiche degli indumenti e delle attrezzature dei minatori romani.

Programma del Convegno

GIOVEDÌ 26 SETTEMBRE 2013
ore 9,00 Saluti istituzionali
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Luciana Garbuglia, Presidente dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità – Romagna
Giovanni Malpezzi, Sindaco di Faenza

Apertura del Convegno (Massimo Isola, Assessore alla Cultura del Comune di Faenza)

Il lapis specularis nel mondo romano
ore 10,00 – Chiara Guarnieri
Il lapis specularis nel mondo romano: dall’estrazione all’uso: le ragioni di un convegno
ore 10,20 – María José Bernárdez Gómez, Margarita Díaz Molina, Juan Carlos Guisado di Monti
Las Explotaciones mineras romanas de lapis specularis en la Hispania Citerior y su contexto arqueológico en el Imperio romano
ore 10,40-11,20 Pausa caffè
ore 11,20 – Gabriella Poma
Aspetti giuridici e legislativi della gestione delle cave
ore 11,40 – Claudia Tempesta
Quod vitri more transluceat. Il lapis specularis nella testimonianza delle fonti
ore 12,00 – María José Bernárdez Gómez, Juan Carlos Guisado di Monti, Alejandro Navares Martín, Fernando Villaverde Mora
Métodos de trabajo aplicados al estudio de la minería del lapis specularis desde el ámbito de la espeleología
ore 12,20-13,00 Discussione
ore 13,00-15,00 Pranzo

Le cave di lapis specularis nel bacino del Mediterraneo
ore 15,00 – María José Bernárdez Gómez, Emilio Guadalajara Guadalajara, Juan Carlos Guisado di Monti, Alejandro Navares Martín, Fernando Villaverde Mora
Las minas romanas de lapis specularis de la Mora Encantada (Torrejoncillo del Rey), Máximo Parrilla (Saceda del Río-Huete) y el Pozolacueva (Torralba) en Cuenca, como activos patrimoniales y turísticos
ore 15,20 – Andrea Benassi
Ad Speculum: brevi note da una survey alla ricerca di siti e modalità estrattive di lapis specularis nella provincia dell’Africa Proconsolare
ore 15,40 – Domenica Gullì
La grotta Inferno presso Cattolica Eraclea (AG). Una miniera di età romana di lapis specularis
ore 16,00 – Danilo De Maria
La Lucerna di Plinio
ore 16,20 – Massimo Ercolani, Piero Lucci, Baldo Sansavini
Le miniere di lapis nella Vena del Gesso romagnola: scoperta, esplorazione e rilievo
ore 16,20-17,00 Discussione

VENERDÌ 27 SETTEMBRE 2013
La cava della Lucerna e la Vena del Gesso Romagnola
ore 9,00 – Chiara Guarnieri
Indicatori relativi allo sfruttamento della cava della Lucerna: segni estrattivi e materiali archeologici
ore 9,20 – Susy D’Amato, Chiara Guarnieri, Monica Miari, Claudia Tempesta, Claudio Negrelli, Maria Teresa Pellicioni
Indagini archeologiche territoriali nell’area del Parco della Vena del Gesso
ore 9,40 – Chiara Guarnieri, Elisa Brighi, Claudia Tempesta, Maria Teresa Gulinelli
L’edificio di età romana di Cà Carnè
ore 9,40-10,00 Discussione
ore 10,00-10,40 Pausa caffè

Il lapis specularis: rinvenimenti di manufatti nel mondo romano
ore 10,40 – Mariastella Pisapia, Vega Ingravallo
Trasparenze antiche nelle città vesuviane: frammenti di lapis specularis da Pompei e da Ercolano
ore 11,00 – Chiara Guarnieri
Rinvenimenti di manufatti in lapis specularis nelle Provincie Romane
ore 11,20-11,40 Discussione
ore 12,00-12,30 Proiezione filmati
Lapis specularis. Mineria en Hispania di María José Bernárdez Gómez, Juan Carlos Guisado di Monti (7 minuti)
Lapis specularis: la luminosa trasparenza del gesso di Danilo Demaria. Elisa Tinti, Francesco Grazioli (11 minuti)
ore 12,30-14,30 Pranzo

La Vena del Gesso romagnola tra natura e cultura
ore 14,30 – Massimiliano Costa
Il Parco della Vena del Gesso Romagnola
ore 14,50 – Stefano Marabini
La Vena del Gesso Romagnola: nata dal mare e modellata dai fiumi
ore 15,10 – Stefano Piastra
L’attività estrattiva nella Vena del Gesso romagnola. Aspetti paesistici, socio-economici e culturali di una vocazione di lungo periodo
ore 15,30 – Stefano Lugli
Origine e giacitura dei cristalli di lapis specularis nell’area mediterranea
ore 15,50 – Andrea Benassi
Sub specie specularis: osservazioni sul rapporto tra valore d’uso e valore rituale del lapis specularis

Le prospettive per il futuro
ore 16,10 – María José Bernárdez Gómez, Juan Carlos Guisado di Monti, Massimiliano Costa, Chiara Guarnieri
El proyecto Lapis Specularis: una perspectiva europea
ore 16,30-17,10 Discussione

Comunicato stampa a cura di Carla Conti, Ufficio stampa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Via Belle Arti n. 52, 40126 Bologna – tel. 051.223773 – 220675 – 224402 – fax 051.227170
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